"La città di sabbia" di Laini Taylor:
Oltre i confini della Terra, in un luogo effimero e invisibile,
due giovani creature, un guerriero serafino e una chimera si sono
incontrati e tra di loro è nato un amore impossibile. Le loro due razze
infatti, nemiche da secoli, sono in guerra, e tentano di distruggersi a
vicenda in una spirale di vendette e sacrifici. I due ragazzi però hanno
un sogno, portare la pace e la serenità tra i loro due popoli e vivere
il loro amore senza l’ombra del pericolo e della segretezza. Ma il
destino non sarà misericordioso per questi due amanti sfortunati, che
verranno scoperti e condannati a morte.
COVER ORIGINALE |
Akiva riuscirà a fuggire e mettersi in salvo, mentre Karou verrà giustiziata, ma grazie al suo padre adottivo, un resuscitatore, la sua anima verrà trasmigrata in un corpo umano. Ma Karou non potrà per sempre nascondersi dalla sua vera identità e quando scoprirà tutto sul suo passato sarà anche il momento di ritrovare Akiva e continuare ciò che avevano iniziato insieme. Riusciranno a costruire un dialogo di pace tra i due nemici e scongiurare un conflitto che potrebbe distruggere le loro vite e il loro mondo?
Cosa penso:
“Tanto tempo fa un angelo e un diavolo strinsero tra le mani un osso del desiderio.
E il suo schianto spaccò il mondo in due…”
Se il primo libro della serie mi era piaciuto parecchio – entrato di diritto tra le più belle letture del 2012 - La città di sabbia è andata al di là delle mie aspettative, superando di gran lunga il piacere che mi aveva dato La chimera di Praga e regalandomi giorni di vero e proprio svago letterario così come pochi libri sanno fare.
Prima di andare alla recensione vera e propria, vorrei spezzare una lancia a favore della casa editrice e della scelta grafica che ha fatto per la cover.
Non dico che le cover italiane siano più belle di quelle originali, ma dico che a modo loro siano azzeccate tanto quanto quelle americane, sia per la scelta dei colori, il blu che predomina ne La chimera di Praga - un po’ il colore che associo a Praga, questa città del mistero e della magia e se volete anche un tantino lugubre, il blu che associo al freddo di questa città e anche il colore che associo ai ricordi, infondo buona parte de La chimera di Praga si svolge nel passato o meglio nei ricordi di Akiva e Karou nel momento in cui spezzano l’osso del desiderio – e questo giallo ocra de La città di sabbia a sottolineare il cambio repentino di città: dalla fredda e calma Praga al caldo e al caotico Marocco.
Infine, anche la scelta dei titoli, se pur stravolti totalmente, non stona affatto con il contenuto di entrambi i libri.
Detto questo, non mi resta che augurarvi una buona lettura e farvi conoscere la storia de La città di sabbia così come l’ho percepita io… tranquilli niente spolier…
La magia e il mistero di Praga, adesso sono stati sostituiti da uno scenario che in un certo qual modo ha anche il suo fascino, la Kasbah del Marocco: una cittadella misteriosa che nasconde tra le sue mura diroccate un grande segreto.
“Sacerdotessa di un castello di sabbia, in una terra di polvere e luce di stelle”
Karou è tornata tra la sua gente, le chimere, con la speranza che la Guerra tra Angeli e Chimere, iniziata secoli prima e che ha portato con sé sangue e distruzione, possa avere finalmente fine… quella stessa guerra che le ha portato via il suo mentore, l’unica famiglia che avesse mai conosciuto, Sulphurus, il mercante di denti, il resuscitatore, ucciso dall’angelo di cui si innamorò in una vita passata, di cui si è innamorata adesso, lo stesso angelo con cui sperava di porre fine alla guerra, iniziando un mondo di pace e di serenità, un mondo dove magari il loro amore sarebbe stato possibile, dove un Angelo e un Diavolo si sarebbero potuti innamorare e il loro amore sarebbe stato l’inizio di una grande Speranza.
Ma la speranza viene spezzata, il loro amore impossibile scoperto e poi giustiziato e allora l’angelo si trasformerà in demonio, accecato dal dolore e dalla rabbia diventerà implacabile e scatenerà la sua ira sulle bestie... La Sventura delle Bestie.
Ma la Speranza è stata solo spezzata e non distrutta e in quella fatiscente Città di Sabbia si ricostruirà, si fortificherà e alimenterà il sogno di una vita passata, il sogno che accomuna orami da secoli due popoli…
“Figlia del mio cuore. Doppiamente figlia mia gioia.
Il mio sogno è il tuo sogno, il tuo nome è realtà.
Tu sei tutta la nostra Speranza”
Anche questa volta sono rimasta incantata dai suoni che sentivo, dagli odori che avvertivo e dalle immagini che vedevo grazie alla forza evocativa di quelle parole.
E rileggendo alcune parti, quelle che più mi hanno colpito, tutt’ora a distanza di un giorno dal termine della lettura, sento, vedo e tocco quel mondo irreale ma che per pochi giorni è stato per me così tangibile e reale tanto da farmi sentire ancora una volta triste e “orfana” di quegli amici che ho ritrovato e di altri nuovi che ho incontrato e che a malincuore ho dovuto salutare nuovamente con la promessa di un prossimo incontro.
Nel CONSIGLIARVI a gran voce la lettura de La città di sabbia vi lascio con le ultime frasi del libro…
[…] Non è come sarebbe potuto essere. Loro non sono fianco a fianco come avevano immaginato un tempo. Non sono esultanti e non hanno più la sensazione di essere strumenti di un qualche grandioso proposito. Sono creature che si attaccano alla vita con mani macchiate. C’è talmente tanto fra loro, tutti i vivi e tutti i morti, ma per un attimo ogni cosa svanisce e la miccia brucia più intensa e vicina, tanto che Karou e Akiva hanno quasi la sensazione di toccarsi.
Domani daranno inizio all’apocalisse.
Stanotte si concedono di guardarsi l’un l’altra almeno per un po’.
Continua…
L'ho letto il... 3 Aprile 2013
GIUDIZIO: 1/2
beh..devo essere una delle ultime povere cretine a non aver letto la chimera di praga..hem hem..già..rimedierò così appena esce questo...me lo gusto subito..bella recensione molto appassionata
RispondiEliminabeaaaataaaaa!!non vedo l'ora di leggerlo anche io!!!!
RispondiEliminaHo amato alla follia "La chimera di Praga"
Sono parecchio incuriosita...^^ E' un buon segno perchè il primo mi aveva preso a metà
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