"Ascend. Il regno ritrovato" di Amanda Hocking:
TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE BENE"... almeno per me :-)
Se in Switched. Il segreto del regno perduto Wendy scopriva la sua
vera natura e in Torn. Ritorno al regno perduto si trovava a dover
scegliere tra istinto e ragione, ora la nostra eroina si trova ad avere
l'intero destino di un mondo tra le mani.
Siamo alla resa
dei conti finale e Wendy Everly si trova di fronte a una scelta
impossibile. Ormai è una donna pienamente consapevole dei suoi poteri,
ma l’unico modo per salvare i Trylle dal loro nemico mortale è
sacrificare se stessa. Se non si arrenderà ai Vittra, il suo popolo
dovrà affrontare una brutale guerra, ma come può Wendy abbandonare tutti
i suoi amici, anche se questo fosse l’unico modo di salvarli?
La principessa deve anche decidere chi amare, se Finn o Loki, a entrambi i quali è profondamente legata. Uno di loro due è la sua anima gemella e l’ha capito solo nel momento del più grave pericolo.
Il destino di un intero mondo è nelle mani della ragazza, che seguendo il suo cuore arriverà dove nessuno era mai riuscito, là dove i due popoli conosceranno per la prima volta la pace.
Cosa penso:
E così si conclude questa strana trilogia fantasy, che parla di Troll o “Trylle”, come amano definirsi loro, iniziata circa un anno fa con “Switched. Il segreto del regno perduto”, e che si concluderà proprio domani con l’uscita in libreria di “Ascend. Il regno ritrovato”.
Sappiamo ormai tutti come questa trilogia è approdata nelle librerie americane prima e in quelle del resto del mondo – comprese le nostre – dopo: attraverso un’autopubblicazione del primo libro, “Switched”, che poi attraverso il passaparola è diventato un caso mediatico vero e proprio, tanto da essere stato conteso dalle principali case editrici americane.
Bene, sapete benissimo che proprio “Switched. Il segreto del regno perduto” non mi aveva entusiasmato poi così tanto, tanto da chiedermi il perché di questo successo… ebbene la risposta l’ho avuta dopo aver letto “Torn. Ritorno al regno perduto”, secondo libro della trilogia, dove lo stile narrativo, la trama e, cosa più importante, la psicologia dei personaggi, li avevo trovati totalmente diversi e cambiati rispetto al primo libro, tanto da chiedermi se Torn fosse stato scritto dalla stessa autrice.
Come ho scritto recensendo Torn:
[…] in certi momenti Torn dava la GRADITA impressione di essere stato scritto da tutt’altra persona.
Cos’è? Una specie di maturità artistica della Hocking? Una strana forma di “blanda possessione” da parte di un’entità sovrannaturale che le ha inferto una sana dose di creatività? […]
Infatti, ho assistito ad un’evoluzione di stile, che mi ha stupito parecchio… stupito in positivo, e l’introduzione di nuovi personaggi e di nuove relazioni mi lasciavano ben sperare per un finale di serie alternativo e del tutto diverso a quello che si pensava dovesse essere, leggendo solo il primo libro.
Se mi seguite da un bel po’ sapete che io sono per i finali e le scelte impossibili… ebbene anche il finale di serie di questo libro ha confermato le mie aspettative.
È vero, sapevo già come sarebbe andata a finire prima ancora di iniziare a leggere Ascend, visto che mi sono spolierata fino alla nausea, ma sapere non mi ha precluso il piacere di leggerlo da me e anche il piacere della scoperta.
Ebbene, Ascend riconferma tutti i punti di forza che ho riscontrato in Torn - personaggi più maturi, più azione, scene più forti, “scene hot”, personaggi che hanno avuto il ben servito… *colpo di tosse* Finn, e un finale davvero, davvero inaspettato - e anche i suoi punti deboli – certi dialoghi che rasentavano la banalità e alcuni personaggi che, nonostante l’età e il proprio vissuto personale, spesso e volentieri risultavano al quanto puerili… *colpo di tosse* Finn.
Sì, lo so, lo so... è vero, Finn mi è stato sulle scatole sin dal primo libro, che ci posso fare l’ho preso in antipatia e quando si parla di lui non sono molto obiettiva… ma pazienza, mia la recensione, mia la sentenza di personaggio più antipatico della storia dei fantasy.
Riconfermo anche il giudizio che ho dato a Torn, quattro stelle più, perché sì, anche Ascend mi è piaciuto.
Che altro dire…
Questa serie non è perfetta, ha avuto i suoi alti e bassi, ma alla fine merita di essere letta, anzi di essere scoperta: è come le scatole cinesi, più spacchetti e più ti avvicini al tesoro che esse contengono… ebbene la serie Trylle è un “tesoro” che si fa scoprire piano piano, che rivela i suoi punti di forza col tempo, senza nessuna premura, dando il tempo a chi la legge di assimilarla, di conoscerla meglio e poi fare di lei il proprio tesoro.
CONSIGLIATA!!!
COVER ORIGINALE |
La principessa deve anche decidere chi amare, se Finn o Loki, a entrambi i quali è profondamente legata. Uno di loro due è la sua anima gemella e l’ha capito solo nel momento del più grave pericolo.
Il destino di un intero mondo è nelle mani della ragazza, che seguendo il suo cuore arriverà dove nessuno era mai riuscito, là dove i due popoli conosceranno per la prima volta la pace.
Cosa penso:
E così si conclude questa strana trilogia fantasy, che parla di Troll o “Trylle”, come amano definirsi loro, iniziata circa un anno fa con “Switched. Il segreto del regno perduto”, e che si concluderà proprio domani con l’uscita in libreria di “Ascend. Il regno ritrovato”.
Sappiamo ormai tutti come questa trilogia è approdata nelle librerie americane prima e in quelle del resto del mondo – comprese le nostre – dopo: attraverso un’autopubblicazione del primo libro, “Switched”, che poi attraverso il passaparola è diventato un caso mediatico vero e proprio, tanto da essere stato conteso dalle principali case editrici americane.
Bene, sapete benissimo che proprio “Switched. Il segreto del regno perduto” non mi aveva entusiasmato poi così tanto, tanto da chiedermi il perché di questo successo… ebbene la risposta l’ho avuta dopo aver letto “Torn. Ritorno al regno perduto”, secondo libro della trilogia, dove lo stile narrativo, la trama e, cosa più importante, la psicologia dei personaggi, li avevo trovati totalmente diversi e cambiati rispetto al primo libro, tanto da chiedermi se Torn fosse stato scritto dalla stessa autrice.
Come ho scritto recensendo Torn:
[…] in certi momenti Torn dava la GRADITA impressione di essere stato scritto da tutt’altra persona.
Cos’è? Una specie di maturità artistica della Hocking? Una strana forma di “blanda possessione” da parte di un’entità sovrannaturale che le ha inferto una sana dose di creatività? […]
Infatti, ho assistito ad un’evoluzione di stile, che mi ha stupito parecchio… stupito in positivo, e l’introduzione di nuovi personaggi e di nuove relazioni mi lasciavano ben sperare per un finale di serie alternativo e del tutto diverso a quello che si pensava dovesse essere, leggendo solo il primo libro.
Se mi seguite da un bel po’ sapete che io sono per i finali e le scelte impossibili… ebbene anche il finale di serie di questo libro ha confermato le mie aspettative.
È vero, sapevo già come sarebbe andata a finire prima ancora di iniziare a leggere Ascend, visto che mi sono spolierata fino alla nausea, ma sapere non mi ha precluso il piacere di leggerlo da me e anche il piacere della scoperta.
Ebbene, Ascend riconferma tutti i punti di forza che ho riscontrato in Torn - personaggi più maturi, più azione, scene più forti, “scene hot”, personaggi che hanno avuto il ben servito… *colpo di tosse* Finn, e un finale davvero, davvero inaspettato - e anche i suoi punti deboli – certi dialoghi che rasentavano la banalità e alcuni personaggi che, nonostante l’età e il proprio vissuto personale, spesso e volentieri risultavano al quanto puerili… *colpo di tosse* Finn.
Sì, lo so, lo so... è vero, Finn mi è stato sulle scatole sin dal primo libro, che ci posso fare l’ho preso in antipatia e quando si parla di lui non sono molto obiettiva… ma pazienza, mia la recensione, mia la sentenza di personaggio più antipatico della storia dei fantasy.
Riconfermo anche il giudizio che ho dato a Torn, quattro stelle più, perché sì, anche Ascend mi è piaciuto.
Che altro dire…
Questa serie non è perfetta, ha avuto i suoi alti e bassi, ma alla fine merita di essere letta, anzi di essere scoperta: è come le scatole cinesi, più spacchetti e più ti avvicini al tesoro che esse contengono… ebbene la serie Trylle è un “tesoro” che si fa scoprire piano piano, che rivela i suoi punti di forza col tempo, senza nessuna premura, dando il tempo a chi la legge di assimilarla, di conoscerla meglio e poi fare di lei il proprio tesoro.
CONSIGLIATA!!!
L'ho letto il... 24 Gennaio 2013
GIUDIZIO: +
“La realtà dei fatti” in questione è in realtà il mio parere e il mio gusto… più che altro una “realtà dei fatti” soggettiva… per citare un grande poeta, è stato fatto “troppo rumore per nulla”.
È da dicembre che le mie colleghe blogger, i vari social network e tanti altri blog, fanno girare la notizia dell’imminente uscita di “Switched. Il segreto del regno perduto” la prima “fatica di Ercole” della Hocking, sottolineando più di ogni altra cosa l’odissea che ha dovuto affrontare l’autrice per poter pubblicare “Switched”, primo libro della trilogia Trylle: da prima non preso in considerazione dalle case editrici, l’autrice decise di auto pubblicarlo, poi, non so di preciso cosa accadde, qualcosa a che vedere con una grossa pubblicità avvenuta nel network e l’inevitabile successo, garantirono all’autrice la credibilità con le case editrici e di sbancare con il suo primo debutto letterario, per l’appunto Switched e poi con i restanti due libri…
Bé, ma che culo!!!, qualcuno direbbe… magari qualcuno ignaro del vero contenuto del romanzo e io ero fra quei qualcuno…
Adesso, con la cognizione del sapere – ma che cavolo scrivo??? – direi che è stato creato un successo mediatico obsoleto, inutile… di questi libri in giro ce n’è a bizzeffe, tutte storie fotocopia dove non c’è neanche il bello della sorpresa.
Spesso leggendo “Switched”, mi sono ritrovata a pensare <<Ma va?... E ti pareva!>>, avendo l’impressione di leggere sempre il solito copione.
È vero sì, niente vampiri…
È vero sì, la Hocking tratta un nuovo argomento… i Troll o, per usare un espressione più fine… diciamo da snob… di Trylle - da qua il titolo della serie – che altro non sono che i troll…
Ma è anche vero che cambiando gli elementi, il succo poi non cambia:
1. un liceo…
2. una ragazzina…
3. la ragazzina si sente alquanto cozza…
4. in realtà è superbellissimissimissima…
5. un ragazzo… strafigo… è interessato alla pseudo cozza…
6. la cozza in realtà superbellissimissimissima non lo crede possibile…
7. però poi se ne innamora…
8. viene salvata…
9. le viene rivelata la sua vera natura…
10. scappa con lo strafigo per salvare la sua famiglia - dalle mie parti questa si chiama “fuitina”…
E così via dicendo fino a…
11. incontra la sua vera famiglia…
12. in realtà lei è LA principessa – e qui ho esclamato il mio <<Ma va?... E ti pareva!>>…
13. lo strafigo decide che non le interessa - ma in realtà le interessa… ECCOME!!! - sempre più deciso di metterla sul piano professionale: <<io guardia del corpo… tu principessa>>, ma…
14. qualcun altro prova dell’interesse per lei…
15. lo strafigo è geloso…
E così via dicendo fino a quando…
16. lo strafigo dichiara il suo amore…
17. la pseudo cozza principessa è strafelice ma…
18. lo strafigo decide che non ci potrà mai essere niente di niente – questo dopo un bacio che le ha risucchiato tonsille e apparato digerente in un colpo solo – per il suo bene, cioè quello della pseudo cozza principessa…
19. lo strafigo si licenzia e se ne va…
20. il giorno del ballo… SSSI C’E’ ANCHE UN BALLO… la pseudo cozza principessa rischia di essere rapita…
21. torna lo strafigo… la salva… le rigiura amore eterno e poi…
22. SE NE VA… bé questa si che è stata una sorpresa!!!
23. la pseudo cozza principessa scappa dal regno dei Trylle, insieme al suo nuovo amico – per intenderci quell’altro che prova interesse per lei - e ritorna nella sua famiglia “adottiva”… anche questa è stata una novità, che al dire vero ha aumentato, se pur di mezzo punto, il mio gradimento per la storia.
La prima, che prende gran parte del libro, diciamo i tre quarti, è quella super scontata e di una pallosità unica… qui gli collego anche la rabbia e l’antipatia che mi hanno suscitato certi personaggi: dalla regina Elora, nonché la madre della pseudo cozza principessa, a proposito il suo nome è Wendy, il suo comportamento da snob, l’ignorare la figlia che aveva deciso di sostituire alla nascita in modo che una volta adulta e prendendo atto delle sue capacità straordinarie ritornava all’ovile con la sua bella “pacca” di soldi, il fatto stesso di non provare nessuna emozione per la figlia “ritrovata” dopo diciassette anni, e poi la stessa Wendy, che accetta in un primo momento come se niente fosse il fatto che la madre ha deciso di scambiarla alla nascita solo perché vedeva in lei una fonte di ricchezza materiale… ma che razza di assurdità!!!
Ok… stiamo parlando in realtà di cose irreali, ma scusate tanto se la cosa mi ha indisposto.
Mentre la seconda parte diventa più gradevole…
Dal comportamento di Wendy ai vari avvenimenti fino ad arrivare ai punti 22 e 23 sopracitati.
Il potenziale c’è, quindi speriamo che con i successivi due libri il tenore della storia cambi.
Per il resto sono del parere che ho speso dodici euro inutilmente.
Ok… NO!!!