Ereditiera bella e un po’ viziata, giovane e sola, narcisista e
intelligente, Emma Woodhouse, pur ritenendo di non doversi sposare,
trascorre il suo tempo cercando di combinare matrimoni tra amici e
conoscenti. In questo scenario, solo apparentemente tradizionale, si
innesta una serie di fraintendimenti tra la protagonista e gli altri
personaggi, quasi una “commedia degli equivoci” che costituisce il
motore principale dell’intreccio. L’eroina austeniana scambia la realtà
con la propria immaginazione manifestando, quasi fosse un don
Chisciotte al femminile, una difficoltà comunicativa del tutto moderna.
Alla fine, Emma si rivela una satira divertente e spietata di ogni
pretesa di razionalità assoluta.
*** Attenzione:
di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***
Cosa penso:
“Emma Woodhouse, bella intelligente e ricca con una casa confortevole e un carattere allegro, sembrava riunire in se il meglio che la vita può offrire, e aveva quasi raggiunto i ventun’anni senza subire alcun dolore o grave dispiacere.”
“STO LAVORANDO AD UN’ EROINA CHE NON PIACERA’ A NESSUNO SE NON A ME”
Jane Austen
Ecco cosa scriveva di Emma Jane Austen; sapeva benissimo che la sua “eroina” sarebbe piaciuta a pochi… anche a distanza di secoli.
Nell’introduzione, Emma viene descritta come un personaggio “sui
generis” soprattutto per il periodo storico in cui è ambientata la
storia - soprattutto per il periodo storico in cui è stato scritto il romanzo.
È vero!!! È un personaggio unico.
Ma viene detto pure che, nonostante la sua superbia, nonostante sia una ragazza viziata a cui il destino non ha negato nulla – dalla bellezza alla ricchezza, dall’intelligenza al carattere – il lettore non può fare altro che patteggiare per lei, darle ragione anche quando palesemente non ne ha.
Ebbene, appena ho iniziato a leggere Emma, sin dai primi capitoli non ho potuto fare a meno di trovarla odiosa e un tantino invadente (azzardo a dire anche fastidiosa); avvantaggiata dalla sua posizione sociale, ma soprattutto dal suo carisma, riesce spesso a imporsi, mascherando questa sua INVADENZA con giuste parole e con una smielata ADULAZIONE e certo non le fa bene la compagnia di un personaggio come Harriet Smith, ragazza sciocca e senza personalità, facilmente influenzabile, nonché la creta personale di Emma: plasmabile e modellabile in base alla percezione “giornaliera” che ha dell’ambiente quest’ultima.
Non può una signorina per bene, che frequenta la signorina Emma Woodhouse, sposarsi con un rozzo agricoltore che non ha ne i modi ne la maniere di un uomo appartenente alla buona società, poco importa se quest’ultimo è un brav’uomo. E se Harriet in un primo momento si sente fortemente attratta dal signor Robert Martin (il rozzo agricoltore in questione), basta un po’ di persuasione e un giusto grado di adulazione da parte di Emma, ed ecco che l’interesse della nostra Harriet è diretto da tutt’altra parte
È vero!!! È un personaggio unico.
Ma viene detto pure che, nonostante la sua superbia, nonostante sia una ragazza viziata a cui il destino non ha negato nulla – dalla bellezza alla ricchezza, dall’intelligenza al carattere – il lettore non può fare altro che patteggiare per lei, darle ragione anche quando palesemente non ne ha.
Ebbene, appena ho iniziato a leggere Emma, sin dai primi capitoli non ho potuto fare a meno di trovarla odiosa e un tantino invadente (azzardo a dire anche fastidiosa); avvantaggiata dalla sua posizione sociale, ma soprattutto dal suo carisma, riesce spesso a imporsi, mascherando questa sua INVADENZA con giuste parole e con una smielata ADULAZIONE e certo non le fa bene la compagnia di un personaggio come Harriet Smith, ragazza sciocca e senza personalità, facilmente influenzabile, nonché la creta personale di Emma: plasmabile e modellabile in base alla percezione “giornaliera” che ha dell’ambiente quest’ultima.
Non può una signorina per bene, che frequenta la signorina Emma Woodhouse, sposarsi con un rozzo agricoltore che non ha ne i modi ne la maniere di un uomo appartenente alla buona società, poco importa se quest’ultimo è un brav’uomo. E se Harriet in un primo momento si sente fortemente attratta dal signor Robert Martin (il rozzo agricoltore in questione), basta un po’ di persuasione e un giusto grado di adulazione da parte di Emma, ed ecco che l’interesse della nostra Harriet è diretto da tutt’altra parte
.
“Quando la vanità si mette all’opera in una testa debole produce ogni genere di disastri.”
Knightley a Emma, pag. 57
Sin dalle prime pagine capiamo che uno dei più graditi passatempi di
Emma è quello di combinare matrimoni per familiari e amici e di certo non per se stessa, perché l’opinione iniziale che ha Emma di un suo possibile matrimonio è questa:
[…]“preferirei non essere tentata. Non posso proprio vivere meglio di così. Se dovessi sposarmi dovrei prepararmi a pentirmene.”
Emma a Harriet, pag. 69
Giusto contrapposto di Emma è il signor Knightley, che tenta di riportarla alla realtà.
Compagno di discussioni e di battibecchi, il signor Knightley è l’unico che si oppone ai capricci di Emma e che mette un freno alle sue fantasie:
Compagno di discussioni e di battibecchi, il signor Knightley è l’unico che si oppone ai capricci di Emma e che mette un freno alle sue fantasie:
“Parola mia, Emma, a sentirvi maltrattare così la vostra intelligenza mi sentirei quasi pronto a pensarla così anch’io. Meglio essere privi di giudizio che farne il cattivo uso che ne fate voi.”
Knightley ad Emma, pag. 57
E nonostante Knightley sia un giudice al quanto severo nei confronti di
Emma, quest’ultima ha una grandissima considerazione del parere del suo
amico…
“Nutriva tuttavia una specie di abituale rispetto per il giudizio di lui in generale, che faceva in modo che non le garbasse di averlo così apertamente contro; e vederselo seduto davanti arrabbiato era molto spiacevole.”
Emma, pag. 58
… fino ad arrivare a capire che il signor Knightley è l’unico uomo che potrebbe prendere in considerazione di sposare…
fino ad arrivare a capire che il signor Knightley è l’unico uomo che vuole sposare:
fino ad arrivare a capire che il signor Knightley è l’unico uomo che vuole sposare:
“Toccò, ammise, riconobbe tutta la verità. […]Le attraversò la mente, con la velocità di una freccia, il fatto che il signor Knightley non poteva sposare altre, se non lei.
Emma, pag. 265
Man mano che la storia procede, si nota un’evoluzione del personaggio:
Emma cresce, matura e la sua superbia viene meno (o quasi).
A mettere in atto questo cambiamento è l’entrata in scena di un personaggio tanto simile ad Emma quanto diverso: Jane Fairfax.
Tanto simile ad Emma per eleganza e bellezza; tanto diversa da Emma per quanto riguarda la posizione sociale e il carattere: infatti mentre Emma è una ragazza curiosa, chiacchierona e spesso invadente, Jane Fairfax è tutto l’opposto, riservata e spesso taciturna, per questo malvista da Emma:
A mettere in atto questo cambiamento è l’entrata in scena di un personaggio tanto simile ad Emma quanto diverso: Jane Fairfax.
Tanto simile ad Emma per eleganza e bellezza; tanto diversa da Emma per quanto riguarda la posizione sociale e il carattere: infatti mentre Emma è una ragazza curiosa, chiacchierona e spesso invadente, Jane Fairfax è tutto l’opposto, riservata e spesso taciturna, per questo malvista da Emma:
“Perché Jane Fairfax non le garbasse, questa potrebbe essere una domanda difficile a cui trovare risposta; il signor Knightley una volta le aveva detto che era perché vedeva in lei quella fanciulla veramente compita che desiderava essere ritenuta lei stessa; e benché all’ora quell’accusa fosse stata calorosamente respinta, c’erano momenti di esame interiore in cui la coscienza di Emma non poteva assolverla completamente.”
Emma, pag. 117
Così, se in principio avevo descritto Emma come un personaggio immaturo
e che non poteva suscitare tanta simpatia, il mio giudizio finale su Emma è cambiato…
dopotutto tutti possono sbagliare e l’accorgersi dei propri sbagli è una dimostrazione di grande maturità.
dopotutto tutti possono sbagliare e l’accorgersi dei propri sbagli è una dimostrazione di grande maturità.
Ancora una volta la Austen non pecca di originalità, creando con Emma
un personaggio unico e bizzarro, mettendo in scena, proprio grazie
all’eccentricità del suo personaggio, una COMMEDIA DEGLI EQUIVOCI, una “satira” atta a sbeffeggiare la società londinese ottocentesca.
“Sto lavorando a un’eroina che non piacerà a nessuno se non a me.”
Naturalmente…
CONSIGLIATO!!!
CONSIGLIATO!!!
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