"I sussurri della notte" di Jeaniene Frost:
Ormai diventata un vampiro a tutti gli effetti,
Cat deve affrontare il problema della sua singolarità: lei non si nutre
di sangue umano, ma di quello dei vampiri stessi, di cui assorbe poteri e
abilità che non è ancora in grado di gestire. È per questo che
Apollyon, il capo dei ghoul, non ha desistito dal suo proposito:
continua a predicare che la Mietitrice Rossa è pericolosa perché
‘diversa’. Nel tentativo di sconfiggere Apollyon senza trasformarlo in
un martire, Cat, Bones e tutta la loro squadra dovranno muoversi con
molta cautela, capire
da che parte sta, dopo la morte del suo signore
Gregor, Marie Laveau – la regina dei ghoul di New Orleans, detta anche
Majestic – scansare gli attacchi di un altro clan che vorrebbe eliminare
una volta per tutte la Mietitrice Rossa, e fare affidamento su tutti
gli amici che possono trovare. A partire dal fantasma Fabian, sempre
desideroso di dare una mano, a Dave, che si offre d’intrufolarsi come
spia in gruppo di ghoul fanatici... fino ad arrivare a Denise, con le
sue nuove abilità di mutaforma e infine a Timmie, l’ex vicino di casa di
Cat diventato un reporter freelance a caccia di scoop sui vampiri.
COVER ORIGINALE |
Cosa penso:
C’è voluto più di un anno affinché venisse pubblicato questo quinto libro della serie Night Huntress,
un anno davvero lungo, dove per sopperire la mancanza dei veri
protagonisti, la casa editrice ha pensato bene di pubblicare degli spin
off della serie, che a parer mio ne potevamo fare benissimo a meno, o
meglio pubblicarli dopo aver pubblicato l’intera serie o meglio ancora,
visto che questi spin off narrano eventi che intercorrono tra un libro e
l’altro della serie principale, come minimo pubblicarli in concomitanza
o a distanza di pochi mesi, no che ho dovuto aspettare più di un anno
per poter finalmente leggere il seguito.
E, per ingannare il tempo e soprattutto per rinfrescare la memoria, in questo anno – o più che altro quest’estate – ho fatto un ripasso dell’intera serie, leggendo i quattro libri precedenti, almeno così non mi sono ritrovata del tutto spiazzata e a dover fare i conti con i dovuti vuoti di memoria.
E dopo questo anno di lunga attesa verrebbe da dire “e finalmente!!!”…
Be’… all’inizio l’ho detto veramente.
Poi ho letto alcune recensioni e ho capito che questo libro sarebbe stato l’inizio di una lunga agonia.
Ma io sono testarda… ho tenuto sì a mente i giudizi delle mie colleghe blogger, ma non mi sono lasciata influenzare più di tanto, decisa più che mai a farmi un parere tutto mio.
Per fortuna non mi è sembrato così pessimo come è stato presentato in certe recensioni, ma devo dare ragione a chi sostiene che c’è stato un abbassamento nella qualità della storia, della trama e, aimè, della narrazione.
Trama pressoché inesistente, o meglio c’è ma è come se fosse un brodo un po’ troppo allungato.
Infatti, ho il cattivo sentore che la Frost si sia fatta coinvolgere anche lei nel “mal’affare” del scriviamo anche minchiate purché scriviamo, politica che a loro fa fare una “pacca” di soldi ma che a noi fa fare un “pacco” così… scusate la volgarità e soprattutto la mancanza di tali attributi.
Dunque, quello che la Frost ha sciorinato in quasi trecento pagine, poteva essere risolto anche in cento.
Questa lotta tra vampiri e ghoul che si risolve solo alla fine la si poteva concludere anche prima risparmiando a noi lettori la pena di leggere bestialità per un intero libro.
Bestialità che coinvolgono anche la povera folgorata e martire Giovanna D’Arco… e sì, adesso vengono tirati in ballo anche i santi – quando si dice “non si sa più a che santo votarsi”… mai detto è stato più azzeccato.
A questo punto della storia ho avuto la voglia matta di scaraventare il libro fuori dalla finestra ma che poi ho optato per un più civile sbuffo.
E poi Cat… non la riconosco più.
Odio quella falsa modestia che si è creata, per intenderci quella del tipo: “ma chi io? Ma no, asso.lu.ta.men.te no. Non sono mica così speciale, non sono mica così forte.” e tutti sempre lì a ricordarle quello che invece sa benissimo ma che, purtroppo per i miei attacchi d’ulcera, non vuole ammettere.
Così spontanea e semplice fino ai libri precedenti, cosciente delle proprie qualità, della propria bellezza, unicità, particolarità e forza, sempre pronta a mettersi in gioco facendo di tutte queste qualità i suoi punti di forza, adesso è come se godesse nel sentirsi dire in continuazione quanto lei sia la “più” in tutte queste qualità e oltre… e lei lì sempre a smentire: “ma cosa mi dici mai… ihihihihihih!”.
Per fortuna che in tutta questa pagliacciata Bones è sempre Bones e il tutto vale la pena leggere solo per… Bones, appunto.
L’unico pezzo importante nella trama è Don… e non mi dilungo se no vi rovino quell’unica parte che rende la storia apprezzabile e degna di arrivare alle tre stelle e mezzo…
… cavolo, non avrei mai creduto di pensarla su questo libro così negativamente fino ad ora, finché non ho messo il tutto nero su bianco… spesso fa bene prendersela comoda per recensire un libro, fare passare qualche giorno e pensare magari ad altro, ci si accorge che a mente fresca si è spesso più obiettivi e si guarda il tutto con un nuovo punto di vista.
Concludo visto che ho detto tutto quello che avevo di dire e che, soprattutto, non avrei mai creduto di pensare: se avete letto la serie fino al quarto libro – se così non fosse io vi consiglio caldamente di leggerla – purtroppo, questo capitolo è d’obbligo.
Ma non vi aspettate grandi eventi, sconvolgimenti di trama o di arrivare in un punto della storia ben definito: l’ennesimo cattivo viene sconfitto punto, niente di nuovo e niente di ché.
E soprattutto voglio avvisarvi che anche quei personaggi che sembravano una garanzia, ne “I sussurri della notte” saranno un “tantino” deludenti.
Quindi, leggetelo perché alla fine serve per capire il sesto libro.
“E speriamo che Dio ce la mandi buona stavolta”.
E, per ingannare il tempo e soprattutto per rinfrescare la memoria, in questo anno – o più che altro quest’estate – ho fatto un ripasso dell’intera serie, leggendo i quattro libri precedenti, almeno così non mi sono ritrovata del tutto spiazzata e a dover fare i conti con i dovuti vuoti di memoria.
E dopo questo anno di lunga attesa verrebbe da dire “e finalmente!!!”…
Be’… all’inizio l’ho detto veramente.
Poi ho letto alcune recensioni e ho capito che questo libro sarebbe stato l’inizio di una lunga agonia.
Ma io sono testarda… ho tenuto sì a mente i giudizi delle mie colleghe blogger, ma non mi sono lasciata influenzare più di tanto, decisa più che mai a farmi un parere tutto mio.
Per fortuna non mi è sembrato così pessimo come è stato presentato in certe recensioni, ma devo dare ragione a chi sostiene che c’è stato un abbassamento nella qualità della storia, della trama e, aimè, della narrazione.
Trama pressoché inesistente, o meglio c’è ma è come se fosse un brodo un po’ troppo allungato.
Infatti, ho il cattivo sentore che la Frost si sia fatta coinvolgere anche lei nel “mal’affare” del scriviamo anche minchiate purché scriviamo, politica che a loro fa fare una “pacca” di soldi ma che a noi fa fare un “pacco” così… scusate la volgarità e soprattutto la mancanza di tali attributi.
Dunque, quello che la Frost ha sciorinato in quasi trecento pagine, poteva essere risolto anche in cento.
Questa lotta tra vampiri e ghoul che si risolve solo alla fine la si poteva concludere anche prima risparmiando a noi lettori la pena di leggere bestialità per un intero libro.
Bestialità che coinvolgono anche la povera folgorata e martire Giovanna D’Arco… e sì, adesso vengono tirati in ballo anche i santi – quando si dice “non si sa più a che santo votarsi”… mai detto è stato più azzeccato.
A questo punto della storia ho avuto la voglia matta di scaraventare il libro fuori dalla finestra ma che poi ho optato per un più civile sbuffo.
E poi Cat… non la riconosco più.
Odio quella falsa modestia che si è creata, per intenderci quella del tipo: “ma chi io? Ma no, asso.lu.ta.men.te no. Non sono mica così speciale, non sono mica così forte.” e tutti sempre lì a ricordarle quello che invece sa benissimo ma che, purtroppo per i miei attacchi d’ulcera, non vuole ammettere.
Così spontanea e semplice fino ai libri precedenti, cosciente delle proprie qualità, della propria bellezza, unicità, particolarità e forza, sempre pronta a mettersi in gioco facendo di tutte queste qualità i suoi punti di forza, adesso è come se godesse nel sentirsi dire in continuazione quanto lei sia la “più” in tutte queste qualità e oltre… e lei lì sempre a smentire: “ma cosa mi dici mai… ihihihihihih!”.
Per fortuna che in tutta questa pagliacciata Bones è sempre Bones e il tutto vale la pena leggere solo per… Bones, appunto.
L’unico pezzo importante nella trama è Don… e non mi dilungo se no vi rovino quell’unica parte che rende la storia apprezzabile e degna di arrivare alle tre stelle e mezzo…
… cavolo, non avrei mai creduto di pensarla su questo libro così negativamente fino ad ora, finché non ho messo il tutto nero su bianco… spesso fa bene prendersela comoda per recensire un libro, fare passare qualche giorno e pensare magari ad altro, ci si accorge che a mente fresca si è spesso più obiettivi e si guarda il tutto con un nuovo punto di vista.
Concludo visto che ho detto tutto quello che avevo di dire e che, soprattutto, non avrei mai creduto di pensare: se avete letto la serie fino al quarto libro – se così non fosse io vi consiglio caldamente di leggerla – purtroppo, questo capitolo è d’obbligo.
Ma non vi aspettate grandi eventi, sconvolgimenti di trama o di arrivare in un punto della storia ben definito: l’ennesimo cattivo viene sconfitto punto, niente di nuovo e niente di ché.
E soprattutto voglio avvisarvi che anche quei personaggi che sembravano una garanzia, ne “I sussurri della notte” saranno un “tantino” deludenti.
Quindi, leggetelo perché alla fine serve per capire il sesto libro.
“E speriamo che Dio ce la mandi buona stavolta”.
L'ho letto il... 8 Novembre 2012
GIUDIZIO: 1/2
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