"Incarceron. La prigione vivente" di Catherine Fisher:
Incarceron
è una prigione avveniristica e invisibile, dove i discendenti dei
prigionieri originari vivono in un mondo oscuro scosso da rivalità e
violenze. È un incrocio di inquietanti tecnologie, un edificio vivente,
un Grande Fratello vendicativo e sempre in guardia, corredato di camere
di tortura, sotterranei e passaggi segreti.
In questo luogo un
giovane prigioniero, Finn, ha delle visioni
della sua vita precedente e
non riesce a convincersi di essere nato e cresciuto lì.
COVER ORIGINALE |
Nel mondo esterno Claudia, figlia del direttore di
Incarceron, è intrappolata in un altro tipo di prigione – un universo
tecnologico ma costruito con meticolosa cura affinché appaia come
un’epoca antica – dove l'attende un matrimonio combinato con un ricco
playboy che lei odia.
Arriverà un momento in cui Claudia e Finn,
contemporaneamente, troveranno un oggetto, una chiave di cristallo,
attraverso la quale potranno parlarsi. E allora sarà solo questione di
tempo prima che i due mondi, finora separati dagli spessi muri di
Incarceron, entrino in contatto…
Cosa penso:
Ultimamente un genere che va per la maggiore, che sta veramente spopolando, è il genere distopico.
Che siano libri Y.A. o Adult, non fa differenza… il distopico è diventata la moda degli ultimi anni.
E tra gli appartenenti al suo genere si possono annoverare libri veramente belli e indimenticabili, ma anche, ahimè, delle vere e proprie schifezze.
Si affaccia al genere distopico anche una nuova autrice che di recente sta popolando i nostri scaffali.
Lei è Catherine Fisher approdata in Italia lo scorso 31 Ottobre con il primo libro della serie Incarceron.
Essendo che la sottoscritta appartiene al genere del “non lasciamoci scappare nulla” - un genere mooolto dispendioso direi… quindi, se potete, stategli alla larga -, soprattutto quando parliamo di nuovi generi letterari, anch’io da qualche anno mi sono accostata a questo genere e, visto che continuo a comprare i libri che vengono “sforniciati” - termine prettamente siculo – di continuo, penso che questo voglia dire che il genere almeno un po’ – tanto per usare un eufemismo – mi piaccia.
Per fortuna i libri che mi hanno lasciato “l’amaro in bocca” – sempre eufemismo – si possono contare sulle dita di una sola mano… e per fortuna (2) “Incarceron. La prigione vivente” non è tra di essi, anzi, devo dire che ha superato di gran lunga le mie aspettative.
Ma Incarceron non è solo un semplice distopico.
In esso possiamo trovare anche una dose massiccia di Steampunk, altro genere che ho sperimentato qualche anno fa e che adesso mi vede annoverata tra le sue massime sostenitrici.
Dicevo, due generi in un unico libro…
Già, la Fisher con grande maestria, fonde, scinde e continua a fondere questi due generi nella sua storia rendendola tutt’altro che confusionaria, ma piacevole, scorrevole e avvincente…
Narrato in terza persona, Incarceron è la storia di due ragazzi coetanei che vivono in due Mondi Diversi:
- Finn, un ragazzo “visionario” che vive dentro la prigione di Incarceron. Tutti credono che sia un nato dentro la prigione, un figlio puro di Incarceron, ma Finn crede di essere molto di più, perché non ricorda nulla del suo passato prima di tre anni prima e, soprattutto, nei suoi sogni vede un mondo diverso, costellato di cieli azzurri, stelle, laghi dalle profonde acque blu e una torta di compleanno con sette candeline sopra…
Come potrebbe mai sognare di stelle, laghi e cieli se non li ha mai visti?
Questo potrebbe significare che in realtà lui sia nato fuori da Incarceron… ma se così fosse, come tornare in libertà, come scappare da una prigione vivente che ha occhi e orecchie in ogni anfratto, in ogni posto e di cui ne sente l’incessante respiro?
- Claudia, la forte, ribelle e temeraria figlia del Guardiano di Incarceron.
Lei vive all’Esterno, in un mondo tanto “reale” quanto “fittizio” dove i suoi “personaggi” devono vivere in una pantomima di un Era passata, seguendo il protocollo alla lettera, dove nessuna invenzione moderna è ben accetta, dove ci si sposa per dovere e mai per amore, dove i matrimoni non sono altro che macchinazioni politiche e preludi di future congiure.
Ma Claudia vuole ben altro che una vita finta, così in una continua sfida al protocollo, al controllo di un padre quasi sempre assente, con l’aiuto del suo fidato Maestro Jared si imbatterà in una chiave al quanto strana e inusuale…
… una chiave identica a quella in cui si imbatterà Finn dentro Incarceron…
… mezzi di comunicazione…
… mezzi di accesso e di fuga.
E così che Finn e Claudia entreranno in contatto… e così che entrambi si aiuteranno a vicenda ad “evadere” da una prigione e da un futuro non voluto.
E qui mi fermo… ci sarebbe ancora tanto da raccontare, ma questo non aspetta di certo a me.
Lasciatevi narrare la storia dai suoi personaggi, lasciatevi anche voi incantare da questo strano mondo perché, credetemi, ne varrà veramente la pena.
Vi ho parlato di come l’autrice abilmente unisce due generi letterari tra loro diversi, ma che in questo romanzo riescono a stare in armonia senza strafare, senza nessuna frattura, senza annoiare o confondere il lettore.
Quindi uno stile di scrittura impeccabile…
I personaggi:
Altri personaggi sono presenti in Incarceron, tutti ben caratterizzati, ben descritti, con una loro personalità, personaggi che difficilmente si scordano...
... ma io vorrei puntare l’attenzione sui due personaggi principali della storia: Claudia e Finn.
Bene, entrambi mi sono sembrati veri, reali, ragazzi in carne ed ossa, con i loro desideri, le loro paure, i loro bisogni, i loro ideali.
Sono entrambi caratterizzati da una grande forza d’animo…
Claudia e Finn, non si arrenderanno mai, anche quando tutto sembrerebbe precipitare, anche quando tutto sembrerebbe finito, la speranza li renderà forti e gli darà il coraggio di andare avanti, di continuare a provare, provare, provare fino alla fine.
Fra i due ho apprezzato molto Claudia, una nuova eroina in gonnella, dove sotto strati e strati di pizzi e merletti, cela una tutina nera elasticizzata pronta all’uso.
Ultimamente si sono sempre incontrate adolescenti sempre pronte a piangersi addosso, sempre con quella loro falsa modestia, sempre cretine e odiose…
Claudia è l’opposto: anche lei ha i suoi momenti di sconforto, ma sono solo momenti appunto.
L’unico punto negativo è che sin dall’inizio il lettore riesce a capire un po’ il ruolo dei personaggi: chi è chi e dove tutto questo andrà a parare… ma è soltanto una cosa irrisoria che non comprometterà assolutamente il gradimento della storia.
Insomma una storia che mi sembrava banale è risultata tutt’altra cosa…
Un libro che mi sembrava la solita storia smielata tra adolescenti, è risultato di tutt’altro genere…
Spero che con questa mia recensione vi abbia trasmesso un minimo di interesse e curiosità, perché credetemi, leggere Incarceron ne varrà veramente la pena…
E se leggerete Incarceron, leggerete di una storia che parla di avventure, incontrerete posti fantastici, solcherete foreste di metallo, volerete in cieli di ferro, vivrete in un mondo fittizio, ma leggerete anche una storia che parla di solitudine, di libertà, di coraggio, di amicizia e di speranza.
CONSIGLIATO!!!
Cosa penso:
Ultimamente un genere che va per la maggiore, che sta veramente spopolando, è il genere distopico.
Che siano libri Y.A. o Adult, non fa differenza… il distopico è diventata la moda degli ultimi anni.
E tra gli appartenenti al suo genere si possono annoverare libri veramente belli e indimenticabili, ma anche, ahimè, delle vere e proprie schifezze.
Si affaccia al genere distopico anche una nuova autrice che di recente sta popolando i nostri scaffali.
Lei è Catherine Fisher approdata in Italia lo scorso 31 Ottobre con il primo libro della serie Incarceron.
Essendo che la sottoscritta appartiene al genere del “non lasciamoci scappare nulla” - un genere mooolto dispendioso direi… quindi, se potete, stategli alla larga -, soprattutto quando parliamo di nuovi generi letterari, anch’io da qualche anno mi sono accostata a questo genere e, visto che continuo a comprare i libri che vengono “sforniciati” - termine prettamente siculo – di continuo, penso che questo voglia dire che il genere almeno un po’ – tanto per usare un eufemismo – mi piaccia.
Per fortuna i libri che mi hanno lasciato “l’amaro in bocca” – sempre eufemismo – si possono contare sulle dita di una sola mano… e per fortuna (2) “Incarceron. La prigione vivente” non è tra di essi, anzi, devo dire che ha superato di gran lunga le mie aspettative.
Ma Incarceron non è solo un semplice distopico.
In esso possiamo trovare anche una dose massiccia di Steampunk, altro genere che ho sperimentato qualche anno fa e che adesso mi vede annoverata tra le sue massime sostenitrici.
Dicevo, due generi in un unico libro…
Già, la Fisher con grande maestria, fonde, scinde e continua a fondere questi due generi nella sua storia rendendola tutt’altro che confusionaria, ma piacevole, scorrevole e avvincente…
Narrato in terza persona, Incarceron è la storia di due ragazzi coetanei che vivono in due Mondi Diversi:
- Finn, un ragazzo “visionario” che vive dentro la prigione di Incarceron. Tutti credono che sia un nato dentro la prigione, un figlio puro di Incarceron, ma Finn crede di essere molto di più, perché non ricorda nulla del suo passato prima di tre anni prima e, soprattutto, nei suoi sogni vede un mondo diverso, costellato di cieli azzurri, stelle, laghi dalle profonde acque blu e una torta di compleanno con sette candeline sopra…
Come potrebbe mai sognare di stelle, laghi e cieli se non li ha mai visti?
Questo potrebbe significare che in realtà lui sia nato fuori da Incarceron… ma se così fosse, come tornare in libertà, come scappare da una prigione vivente che ha occhi e orecchie in ogni anfratto, in ogni posto e di cui ne sente l’incessante respiro?
- Claudia, la forte, ribelle e temeraria figlia del Guardiano di Incarceron.
Lei vive all’Esterno, in un mondo tanto “reale” quanto “fittizio” dove i suoi “personaggi” devono vivere in una pantomima di un Era passata, seguendo il protocollo alla lettera, dove nessuna invenzione moderna è ben accetta, dove ci si sposa per dovere e mai per amore, dove i matrimoni non sono altro che macchinazioni politiche e preludi di future congiure.
Ma Claudia vuole ben altro che una vita finta, così in una continua sfida al protocollo, al controllo di un padre quasi sempre assente, con l’aiuto del suo fidato Maestro Jared si imbatterà in una chiave al quanto strana e inusuale…
… una chiave identica a quella in cui si imbatterà Finn dentro Incarceron…
… mezzi di comunicazione…
… mezzi di accesso e di fuga.
E così che Finn e Claudia entreranno in contatto… e così che entrambi si aiuteranno a vicenda ad “evadere” da una prigione e da un futuro non voluto.
E qui mi fermo… ci sarebbe ancora tanto da raccontare, ma questo non aspetta di certo a me.
Lasciatevi narrare la storia dai suoi personaggi, lasciatevi anche voi incantare da questo strano mondo perché, credetemi, ne varrà veramente la pena.
Vi ho parlato di come l’autrice abilmente unisce due generi letterari tra loro diversi, ma che in questo romanzo riescono a stare in armonia senza strafare, senza nessuna frattura, senza annoiare o confondere il lettore.
Quindi uno stile di scrittura impeccabile…
I personaggi:
Altri personaggi sono presenti in Incarceron, tutti ben caratterizzati, ben descritti, con una loro personalità, personaggi che difficilmente si scordano...
... ma io vorrei puntare l’attenzione sui due personaggi principali della storia: Claudia e Finn.
Bene, entrambi mi sono sembrati veri, reali, ragazzi in carne ed ossa, con i loro desideri, le loro paure, i loro bisogni, i loro ideali.
Sono entrambi caratterizzati da una grande forza d’animo…
Claudia e Finn, non si arrenderanno mai, anche quando tutto sembrerebbe precipitare, anche quando tutto sembrerebbe finito, la speranza li renderà forti e gli darà il coraggio di andare avanti, di continuare a provare, provare, provare fino alla fine.
Fra i due ho apprezzato molto Claudia, una nuova eroina in gonnella, dove sotto strati e strati di pizzi e merletti, cela una tutina nera elasticizzata pronta all’uso.
Ultimamente si sono sempre incontrate adolescenti sempre pronte a piangersi addosso, sempre con quella loro falsa modestia, sempre cretine e odiose…
Claudia è l’opposto: anche lei ha i suoi momenti di sconforto, ma sono solo momenti appunto.
L’unico punto negativo è che sin dall’inizio il lettore riesce a capire un po’ il ruolo dei personaggi: chi è chi e dove tutto questo andrà a parare… ma è soltanto una cosa irrisoria che non comprometterà assolutamente il gradimento della storia.
Insomma una storia che mi sembrava banale è risultata tutt’altra cosa…
Un libro che mi sembrava la solita storia smielata tra adolescenti, è risultato di tutt’altro genere…
Spero che con questa mia recensione vi abbia trasmesso un minimo di interesse e curiosità, perché credetemi, leggere Incarceron ne varrà veramente la pena…
E se leggerete Incarceron, leggerete di una storia che parla di avventure, incontrerete posti fantastici, solcherete foreste di metallo, volerete in cieli di ferro, vivrete in un mondo fittizio, ma leggerete anche una storia che parla di solitudine, di libertà, di coraggio, di amicizia e di speranza.
CONSIGLIATO!!!
L'ho letto il... 27 Ottobre 2012
avevo cominciato a leggerlo in inglese e sinceramente ci avevo capito poco e dopo le prime 50 pag l'ho abbandonato...poi xo scoprendo ke usciva in italiano ed appartenendo anch'io alla stessa specie sopracitata;] ho deciso di dargli una seconda chance ke h cn la tua recensione si dimostra la scelta giusta:D
RispondiEliminanon vedo l'ora di leggerlo :D
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