"A un punto morto" di Charlaine Harris:
Essendo da sempre in possesso di poteri telepatici, Sookie Stackhouse
si è resa conto prestissimo dell’esistenza di cose che preferiva non
sapere. E adesso che è adulta, si rende conto che ci sono cose di cui è a
conoscenza, ma che preferirebbe non vedere… come per esempio Eric
Northman intento a nutrirsi da un’altra donna. Una più giovane. Ci sono
un paio di cose che le piacerebbe dire al riguardo, ma è costretta a
tacere, perché Felipe de Castro, il re vampiro della Louisiana (come
anche
dell’Arkansas e del Nevada) è in città. Quello è decisamente il
momento peggiore perché un corpo umano venga ritrovato nel giardino di
Eric… soprattutto se si considera che si tratta del corpo della donna di
cui ha appena bevuto il sangue. Spetta a Sookie e a Bill, u!ciale
Investigatore dell’Area Cinque, risolvere il mistero di quell’omicidio.
Sookie pensa che, almeno questa volta, il destino della ragazza morta
non abbia niente a che vedere con lei, ma si sbaglia. Ha un nemico, uno
molto più astuto di quanto potrebbe mai sospettare, e che è deciso a
distruggere il suo mondo.
COVER ORIGINALE |
Cosa penso:
Cos’è?
Forse il titolo era un avviso di dove saremmo giunti alla fine del romanzo?
Per l'esattezza "A un punto morto" ?
No, perché se così fosse, questo sarebbe stato il titolo adatto anche degli ultimi tre, o giù di lì, romanzi.
Spero che il prossimo libro sia davvero l'ultimo perché questa serie, iniziata in modo scoppiettante, con ogni libro davvero unico e pieno d’azione e scene degne di nota che resteranno alla memoria dei più, negli ultimi libri è andata a degradare fino a questo deludente dodicesimo capitolo.
Diciamo che dal sesto libro in poi, avrei potuto fare a meno di cavolate sparate a raffica... è vero sì, fin'ora ho dato dei punteggi abbastanza elevati ai libri, perché, se pur presenti spesso descrizioni inutili, alla fine la trama in sé era ricca di novità e ricordo con precisione certe scene, ricche di sentimento, di patos, da saper emozionarmi oltre ogni dire.
Ma adesso abbiamo toccando il fondo, o quasi.
Infarcito a più non posso di descrizioni minuziose e inutili… direi, infarcito di continue ripetizioni, le scene degne di nota e non troppo noiose restano ben poche.
In questo dodicesimo libro, non si va da nessuna parte o, a voler essere sinceri, si fanno passi da formica: tutto va a rilento e come succede ormai da un paio di libri, il grandioso epilogo viene nuovamente rimandato.
Dunque…
- Sookie è alle prese con la sua tormentosa vita sentimentale con Eric, che in questo dodicesimo libro non fa che destabilizzarsi fino ad arrivare al punto di rottura o quasi.
- È alle prese con il Merlotte’s, dove ne è divenuta comproprietaria insieme a Sam – evento avvenuto nel precedente libro e che avevo completamente rimosso.
- È alle prese con la strana convivenza con i due parenti fatati, Dermont e Claude.
- È alle prese con la preoccupante e stressante visita di Felipe De Castro, cito “il re vampiro della Louisiana (come anche dell’Arkansas e del Nevada)”… preoccupazione e visita che si protraggono ormai da diversi libri.
- È alle prese con l’ennesima vampira regina di non so quale altro stato, che vuole tutto per se il bel Eric.
- È alle prese con l’ormai prossimo parto dell’amica Tara.
- È alle prese con la gelosia di Jannalyn… CHI?... l’attuale compagna licantropo di Sam… A GIÀ!.
- È alle prese con l’onnipresente dilemma del potente amuleto pegno d’amore del nonno fatato per la nonna di Sookie… non so ormai da quanti libri si trascina questo dilemma… forse due o forse uno, non lo ricordo.
Insomma, è alle prese con tutti quei fattori di cui era alle prese già due o tre libri fa.
Visto?
Non ci siamo mossi di un solo passo, fermi, immobili là dove eravamo in precedenza.
Credetemi se vi dico che invece di accumulare in totale dodici libri, sintetizzando e omettendo tutte le cose inutili, se ne potevano fare, considerando anche il tredicesimo libro, nove in tutto e la storia sarebbe stata perfetta, non appesantita di nullità e avrebbe lasciato il lettore più che soddisfatto.
Mi dispiace aver mosso questa critica, mi dispiace aver smontato questo libro, mi dispiace anche il fatto che non mi sia piaciuto per niente… mi dispiace tutto questo, perché questa serie è una delle mie preferite e fin’ora avevo tenuto duro e resistito dal non andarci troppo pesante, perché in fin dei conti è stata una bella serie e l’autrice è veramente brava e capace… ma adesso abbiamo toccato il fondo.
Se siamo fortunati e i vari pettegolezzi e le intenzioni dell'autrice non siano cambiate, il tutto è rimandato al prossimo libro, il tredicesimo per l'esattezza e si spera anche l'ultimo.
Se siete arrivati fin qui, ebbene fate uno sforzo e leggete anche questo libro, dopotutto è il penultimo.
In un certo qual modo lo CONSIGLIO ma è un giudizio stentato, forzato, come a dare fiducia a una serie impeccabile fino a questo momento ma che ha avuto un momento di calo e si spera possa rimigliorare le sue sorti.
Tre stelle sono più che generose, dopotutto.
Forse il titolo era un avviso di dove saremmo giunti alla fine del romanzo?
Per l'esattezza "A un punto morto" ?
No, perché se così fosse, questo sarebbe stato il titolo adatto anche degli ultimi tre, o giù di lì, romanzi.
Spero che il prossimo libro sia davvero l'ultimo perché questa serie, iniziata in modo scoppiettante, con ogni libro davvero unico e pieno d’azione e scene degne di nota che resteranno alla memoria dei più, negli ultimi libri è andata a degradare fino a questo deludente dodicesimo capitolo.
Diciamo che dal sesto libro in poi, avrei potuto fare a meno di cavolate sparate a raffica... è vero sì, fin'ora ho dato dei punteggi abbastanza elevati ai libri, perché, se pur presenti spesso descrizioni inutili, alla fine la trama in sé era ricca di novità e ricordo con precisione certe scene, ricche di sentimento, di patos, da saper emozionarmi oltre ogni dire.
Ma adesso abbiamo toccando il fondo, o quasi.
Infarcito a più non posso di descrizioni minuziose e inutili… direi, infarcito di continue ripetizioni, le scene degne di nota e non troppo noiose restano ben poche.
In questo dodicesimo libro, non si va da nessuna parte o, a voler essere sinceri, si fanno passi da formica: tutto va a rilento e come succede ormai da un paio di libri, il grandioso epilogo viene nuovamente rimandato.
Dunque…
- Sookie è alle prese con la sua tormentosa vita sentimentale con Eric, che in questo dodicesimo libro non fa che destabilizzarsi fino ad arrivare al punto di rottura o quasi.
- È alle prese con il Merlotte’s, dove ne è divenuta comproprietaria insieme a Sam – evento avvenuto nel precedente libro e che avevo completamente rimosso.
- È alle prese con la strana convivenza con i due parenti fatati, Dermont e Claude.
- È alle prese con la preoccupante e stressante visita di Felipe De Castro, cito “il re vampiro della Louisiana (come anche dell’Arkansas e del Nevada)”… preoccupazione e visita che si protraggono ormai da diversi libri.
- È alle prese con l’ennesima vampira regina di non so quale altro stato, che vuole tutto per se il bel Eric.
- È alle prese con l’ormai prossimo parto dell’amica Tara.
- È alle prese con la gelosia di Jannalyn… CHI?... l’attuale compagna licantropo di Sam… A GIÀ!.
- È alle prese con l’onnipresente dilemma del potente amuleto pegno d’amore del nonno fatato per la nonna di Sookie… non so ormai da quanti libri si trascina questo dilemma… forse due o forse uno, non lo ricordo.
Insomma, è alle prese con tutti quei fattori di cui era alle prese già due o tre libri fa.
Visto?
Non ci siamo mossi di un solo passo, fermi, immobili là dove eravamo in precedenza.
Credetemi se vi dico che invece di accumulare in totale dodici libri, sintetizzando e omettendo tutte le cose inutili, se ne potevano fare, considerando anche il tredicesimo libro, nove in tutto e la storia sarebbe stata perfetta, non appesantita di nullità e avrebbe lasciato il lettore più che soddisfatto.
Mi dispiace aver mosso questa critica, mi dispiace aver smontato questo libro, mi dispiace anche il fatto che non mi sia piaciuto per niente… mi dispiace tutto questo, perché questa serie è una delle mie preferite e fin’ora avevo tenuto duro e resistito dal non andarci troppo pesante, perché in fin dei conti è stata una bella serie e l’autrice è veramente brava e capace… ma adesso abbiamo toccato il fondo.
Se siamo fortunati e i vari pettegolezzi e le intenzioni dell'autrice non siano cambiate, il tutto è rimandato al prossimo libro, il tredicesimo per l'esattezza e si spera anche l'ultimo.
Se siete arrivati fin qui, ebbene fate uno sforzo e leggete anche questo libro, dopotutto è il penultimo.
In un certo qual modo lo CONSIGLIO ma è un giudizio stentato, forzato, come a dare fiducia a una serie impeccabile fino a questo momento ma che ha avuto un momento di calo e si spera possa rimigliorare le sue sorti.
Tre stelle sono più che generose, dopotutto.
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