"Amore, zucchero e cannella" di Amy Bratley:
Se solo fossi stata UN PO’ VEGGENTE!!!
Juliet aspetta da una vita questo momento. Finalmente una casa da dividere con Simon, un vero e proprio nido d’amore pieno di piante di cui prendersi cura e invaso da profumi di torte appena sfornate. Ma il sogno è destinato a svanire: la prima notte nel nuovo appartamento, Juliet scopre che Simon l’ha tradita con la sua migliore amica. Il suo cuore è a pezzi, il dolore insopportabile, quella casa tanto desiderata d’improvviso è ostile. Niente pare esserle d’aiuto. Finché un giorno, rovistando tra le scatole ancora da aprire, Juliet s’imbatte nei vecchi libri della dolce nonna Violet, con cui è cresciuta dopo che la madre l’ha abbandonata. In quelle pagine ingiallite, ricche di preziosi
COVER ORIGINALE |
*** Attenzione:
di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) ***
A volte mi piacerebbe tanto avere delle doti da veggente: sapere in
anticipo le cose – non tutto però, se così fosse, pensate un po’ alla
noia… non ci sarebbe più nessuna sorpresa, nessuna attesa – no,
decisamente non tutto, ma nei momenti cruciali non sarebbe male, ad
esempio, che so, quando ci sarebbe da investire del denaro, quando
dobbiamo uscire dei soldi… mi fermerei un attimo, mi “connetterei” con
il futuro e vedrei se quello che sto per fare è un ottimo investimento o
meno.
In questo modo potremmo evitare di spendere soldi inutilmente e di conseguenza buttarci addosso i peggiori improperi che possano mai esistere… eee si sarebbe proprio bello!!!
Purtroppo la realtà dei fatti è ben altra…
Non esistono doti da veggente…
Non esiste modo di sapere se stai sbagliando o meno a comprare quel determinato prodotto…
No. Tutto questo non esiste… purtroppo…
Perché se avessi avuto di queste capacità a quest’ora mi sarei tenuta lontana chilometri e chilometri da “Amore, zucchero e cannella” della Bratley!!!
E invece no!!!
Ho voluto questo libro come un drogato agogna la sua dose di eroina quotidiana… come un senza tetto agogna riparo e cibo… e così facendo mi sono ritrovata a leggere un libro di cui ne avrei potuto fare anche a meno.
In questo modo potremmo evitare di spendere soldi inutilmente e di conseguenza buttarci addosso i peggiori improperi che possano mai esistere… eee si sarebbe proprio bello!!!
Purtroppo la realtà dei fatti è ben altra…
Non esistono doti da veggente…
Non esiste modo di sapere se stai sbagliando o meno a comprare quel determinato prodotto…
No. Tutto questo non esiste… purtroppo…
Perché se avessi avuto di queste capacità a quest’ora mi sarei tenuta lontana chilometri e chilometri da “Amore, zucchero e cannella” della Bratley!!!
E invece no!!!
Ho voluto questo libro come un drogato agogna la sua dose di eroina quotidiana… come un senza tetto agogna riparo e cibo… e così facendo mi sono ritrovata a leggere un libro di cui ne avrei potuto fare anche a meno.
La protagonista, Juliet, è una povera sfigata a cui la scalogna sta attaccata come una cozza sta attaccata al suo scoglio preferito…
Sfortunata sin da quando nasce: madre hippy e puttana più giovane del marito di oltre diciassette anni, padre amorevole che poi sceglie il suicidio pur di non sopportare altre corna dalla moglie, tutto questo avviene quando Juliet ha poco più di nove anni… poi la madre la lascia alla nonna materna, per andarsene in Australia a partorire una figlia illegittima e a girare il modo ricordandosi di Juliet solo due volte l’anno…
Cresciuta Juliet è sempre più decisa di andare d’amore e d’accordo con la sfortuna…
Si innamora di un suo collega di università, Simon… decide di dividere un appartamento con lui e un’altra collega, una tale Hanna, bellissima e biondissima svedese dalle gambe lunghe e tutte le forme a posto… successivamente vuole provare a convivere da solo con Simon… finalmente lo convince - già perché in realtà il bel Simon non ha nessuna intenzione di lasciare l’appartamento che divide con Juliet e con Hanna… chissà perché? - ad affittare un appartamento solo per loro due e la prima notte che passano nel loro bellissimo appartamento nella loro più totale intimità lui la chiama… HANNA…
Immaginate un po’ cosa succede: lei lo caccia… lei va in depressione… lei diventa un’alcolizzata… lei campa solo grazie al sostegno della sua migliore amica Imogen - quest’ultima successivamente scopre di essere gay a due settimane dal suo matrimonio e incinta del suo futuro-ex marito… Juliet va a lavoro come un automa… durante una giornata di lavoro incontra un certo Dylan di cui comincia a provare un certo interesse, ma lui neanche se la fila perché sta con una strafiga francese…
E continua così… in sottofondo mentre si procede con la lettura si ha come l’impressione di sentire <<sfortuna… sfortuna… sfigata… sfigata>>.
Ok… poi all’ultimo Juliet ha il suo lieto fine, ma per arrivarci non potete immaginare quante ne passa poverina.
Sono arrivata a pensare: “ma che cosa gli avrà mai fatto Juliet alla Bratley?”
L’autrice l’ha martoriata per più di trecento pagine, senza sosta, inesorabilmente.
Ho provato un’antipatia unica per l’autrice di questo libro e per l’odio che ha manifestato nei confronti della sua protagonista.
Sfortunata sin da quando nasce: madre hippy e puttana più giovane del marito di oltre diciassette anni, padre amorevole che poi sceglie il suicidio pur di non sopportare altre corna dalla moglie, tutto questo avviene quando Juliet ha poco più di nove anni… poi la madre la lascia alla nonna materna, per andarsene in Australia a partorire una figlia illegittima e a girare il modo ricordandosi di Juliet solo due volte l’anno…
Cresciuta Juliet è sempre più decisa di andare d’amore e d’accordo con la sfortuna…
Si innamora di un suo collega di università, Simon… decide di dividere un appartamento con lui e un’altra collega, una tale Hanna, bellissima e biondissima svedese dalle gambe lunghe e tutte le forme a posto… successivamente vuole provare a convivere da solo con Simon… finalmente lo convince - già perché in realtà il bel Simon non ha nessuna intenzione di lasciare l’appartamento che divide con Juliet e con Hanna… chissà perché? - ad affittare un appartamento solo per loro due e la prima notte che passano nel loro bellissimo appartamento nella loro più totale intimità lui la chiama… HANNA…
Immaginate un po’ cosa succede: lei lo caccia… lei va in depressione… lei diventa un’alcolizzata… lei campa solo grazie al sostegno della sua migliore amica Imogen - quest’ultima successivamente scopre di essere gay a due settimane dal suo matrimonio e incinta del suo futuro-ex marito… Juliet va a lavoro come un automa… durante una giornata di lavoro incontra un certo Dylan di cui comincia a provare un certo interesse, ma lui neanche se la fila perché sta con una strafiga francese…
E continua così… in sottofondo mentre si procede con la lettura si ha come l’impressione di sentire <<sfortuna… sfortuna… sfigata… sfigata>>.
Ok… poi all’ultimo Juliet ha il suo lieto fine, ma per arrivarci non potete immaginare quante ne passa poverina.
Sono arrivata a pensare: “ma che cosa gli avrà mai fatto Juliet alla Bratley?”
L’autrice l’ha martoriata per più di trecento pagine, senza sosta, inesorabilmente.
Ho provato un’antipatia unica per l’autrice di questo libro e per l’odio che ha manifestato nei confronti della sua protagonista.
Il libro è scritto bene, l’autrice ha una padronanza del linguaggio
impeccabile, si legge abbastanza velocemente, ma è il succo che non va.
Dopo l’ennesima sciagura a cui la Bratley sottopone Juliet… bé la cosa inizia a diventare pesante…
Sono arrivata a pensare…<<Ma come? Ancora? Ma poverina… basta ora!!!>>
Dopo l’ennesima sciagura a cui la Bratley sottopone Juliet… bé la cosa inizia a diventare pesante…
Sono arrivata a pensare…<<Ma come? Ancora? Ma poverina… basta ora!!!>>
Non mi è piaciuto…
Mi ha fatto solo incavolare e arrabbiare…
Mi ha fatto solo incavolare e arrabbiare…
Ahhh!!! Quanto mi sarebbe piaciuto avere quelle doti da veggente!!!
… SCON.SI.GLIA.TO!!!
L'ho letto il... 4 Febbraio 2012
GIUDIZIO:
In questo periodo proprio non ci troviamo! Come hai potuto leggere dalla mia recensione io ho trovato molto piacevole questo romanzo. Certo, sul fatto che la protagonista sia stata molto sfigata nella sua vita è sicuro, ma come hai scritto tu, il libro è scritto davvero molto bene, non è una storia noiosa e ha il suo bel lieto fine... a me è piaciuto, ma ovviamente qui scatta il gusto personale! ;)
RispondiEliminaSi lo so che è scritto bene.
EliminaMa le continue sciagure che accadono a Juliet... non lo so, ma arrivati ad un certo punto, la trama è diventata ripetitiva e stancante.
Torno a ripetere: solo all'utlimo la Bratley ha graziato Juliet... non so, forse in uno dei suoi momenti di simpatia nei confronti della protagonista.
Ma se ci fai caso il lieto fine di Juliet avviene solo nell'ultima pagina; anche nell'ultimo capitolo il lettore non può prendere un sospiro di sollievo, perché a Juliet gliene succedono di cotte e di crude.
Non so, ma la trama... tutta la trama, mi è sembrata una forzatura.
Come dici tu, poi scatta il gusto personale.
Comunque Sara, sai che mi piacciono questi scambi di opinioni... è come se i nostri blog si trasformessero in dei veri e propri gruppi di lettura, dove ognuno dice le sue impressioni e poi le confronta con gli altri, che la pensano o meno allo stesso modo.
Ti auguro una buona giornata!!!
Anche a me è piaciuto, ovviamente se contestualizzo il libro al suo genere, e in questi chick lit le protagonisti hanno sempre il primato mondiale della sfiga. Sicuramente la bella scrittura dell'autrice mi ha reso tutto diciamo "sopportabile"!. Piacevolemente sopportabile ^^
RispondiEliminaPerdonami..." quando dobbiamo USCIRE dei soldi" ??????????????????
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