158 di quoziente intellettivo, plurilaureata,
brava musicista, un mago con i numeri, carina, un po' freak e... vedova a
nemmeno trent'anni.
Carolin trova che la sua vita sia
decisamente complicata e che la sua intelligenza rappresenti più che
altro un impiccio nella ricerca della felicità. Ha abbandonato il
fidanzato Leo per il padre di lui, Karl, uomo ben più affascinante e in
grado di
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apprezzare le qualità di lei. Ma dopo cinque anni Karl muore
improvvisamente lasciandola in un mare di guai, primi fra tutti una
favolosa eredità di cui Carolin non sospettava l'esistenza, e un
esercito di parenti infuriati che la rivendicano. Fra pessime
psicoterapeute, farmacisti sospettosi e avvocati minacciosi, Carolin
cerca di superare il suo dolore, cavarsi fuori dai guai e, perché no?,
trovare l'uomo giusto per lei e a cui non importa se è «troppo»
intelligente...
Cosa penso:
All’inizio dell’anno, quasi esausta e piena fino alle punte dei miei
capelli di commenti super positivi che i suoi libri avevano riscosso,
decisi di darle una possibilità e acquistare l’intera trilogia.
Non me ne pentii…
Adesso,
a distanza di mesi la Gier è tornata a popolare gli scaffali italiani
con un nuovo romanzo: l’abbiamo vista cimentarsi con adolescenti in
piena crisi ormonale, con capacità straordinarie scatenate per l’appunto
dalla suddetta crisi ormonale… saper viaggiare nel tempo non è certo da
tutti!!!
Adesso, la ritroviamo a dare voce ai pensieri di una giovane donna che di
straordinario non ha niente, se non il fatto di essere del tutto normale.
Lei è
Carolin, voce narrante di questa storia: una ragazza come tutte le altre,
con i suoi problemi, i suoi dolori, i suoi segreti e con la sua intelligenza… bé, troppa intelligenza.
Con un elevato quoziente intellettivo,
158,
le lauree che continua ad accumulare e tante altre capacità, Carolin sa
benissimo che la sua spropositata intelligenza comporta non pochi
problemi, soprattutto nelle relazioni con dei possibili compagni, che si
sentono minacciati da queste sue doti:
non sia mai che una donna sia più intelligente del suo compagno…
Ahh, poveri uomini che di spropositato hanno solo il loro ego!!!
Così,
decisa più che mai a far funzionare il suo rapporto con il nuovo
ragazzo, decide di mentire, facendosi passare per una ragazza normale,
iscritta al suo primo corso di laurea…
e non al terzo.
E sarà proprio in compagnia di
Leo, suo attuale e “ignaro” ragazzo, che Carolin conoscerà il suo futuro “defunto”marito,
Karl.
Già, perché Carolin non ha ancora trent’anni, e si ritrova vedova, con un grosso patrimonio da gestire.
Tutto
quello che noi veniamo a sapere su Carolin, è lei stessa a narrarcelo:
il suo passato, il colpo di fulmine con Karl, gli anni passati con lui
l’unico uomo che l’ha rispettata e stimata per le sue doti, l’unico uomo
che la faceva sentire se stessa e apprezzata senza sentirsi minimamente
minacciato da lei.
Così, Carolin, con semplicità e ironia ci rende
partecipi del suo dolore, della sua solitudine, del suo passato e dei
suoi segreti.
Assistiamo, come pian piano lei viene fuori dal suo
dolore, ritornando alla vita e magari pronta nuovamente ad aprire il suo
cuore ad un nuovo amore.
Bello, bello, bello.
Cimentandosi in tutt’altro genere, la Gier non ha deluso i suoi fans.
Lettura
piacevole e scorrevole, che ho letto tranquillamente in solo due notti…
notti veramente afose credetemi; una lettura che coinvolge e diverte
con una protagonista che, nonostante le avversità che la vita le ha
riservato, con la sua ironia e simpatia ci ha narrato la sua storia.
“In verità è meglio mentire”, è un libro che fa bene all’anima, così dicendo non voglio fare assolutamente poesia, ma è davvero quello che penso:
è un romanzo da leggere qualunque sia il nostro stato d’animo… se siamo tristi, se siamo annoiati, se siamo allegri.
La Gier ha questa capacità:
infondere a suoi romanzi ANIMO, VITALITA’, rendendoli una valida e piacevole compagnia.
Ho
divorato le pagine con avidità. La storia di Carolin, mi ha totalmente
preso che mi sono ritrovata all’ultima pagina del tutto inconsapevole di
come avessi fatto…
e del tutto inconsapevole che quella fosse effettivamente l’ultima pagina del libro!!!
Vi dico la
“VERITA’ ”: ci sono rimasta male, malissimo.
La storia mi è sembrata inconclusa.
Dopo
l’ultima pagina, sfoglio, convinta che ci fosse un epilogo, o qualche
altra pagina, capitolo, insomma, quello che volete e invece…
“RINGRAZIAMENTI”.
COSA? COME? PERCHÉ?
MA E’ GIÀ FINITO? ODDIO… E FINISCE COSI’?
Tutte valide domande a cui tutt’ora non sono riuscita a dare delle valide risposte.
Questo è il motivo delle quattro stelle:
“In verità è meglio mentire”, si è rivelato un libro davvero bello, ben scritto e con una trama davvero simpatica, ma con
un finale, per me,
inconcluso, affrettato, che lascia in sospeso molte cose.
Sarà
una sensazione del tutto personale, sicuramente una mia impressione,
qualcosa del tutto soggettivo, ma avrei preferito qualche pagina in più…
forse questo mio desiderio è dovuto al fatto che non volevo che la
storia finisse.
Ma nonostante questo è un libro da leggere
ASSOLUTAMENTE.
Sarebbe un vero peccato lasciarselo scappare…
CONSIGLIATO!!!