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martedì 20 novembre 2012

RECENSIONE: "NEVER SKY. SOTTO UN CIELO SELVAGGIO. LE ORIGINI"

"Never Sky. Sotto un cielo selvaggio. Le origini" di Veronica Rossi:

Lo chiamano Never Sky, è un cielo violento, pervaso dall’Etere, sostanza che causa tempeste continue, morte, distruzione.
La vita sicura è possibile solo dentro l’enclave Reverie, un mondo barricato, una biosfera rarefatta e ipertecnologica dove ogni pericolo, persino malattie e invecchiamento, sembrano appartenere a un lontano passato. Fuori invece, dove domina l’Etere, non è dato avventurarsi, nessun abitante di Reverie oserebbe mai, perché la Fucina della Morte è una terra brutale e desolata, infestata da individui assetati di sangue.
La bella e giovane Aria vive a Reverie, è lì che lei e i suoi amici possono scegliere, istante dopo istante, di abitare infiniti mondi virtuali, dove provare emozioni e sensazioni di ogni tipo, come in un interminabile videogioco. Anche lei, al pari di tutti, teme l’ignoto che si trova oltre il confine del proprio eden. E quando verrà ingiustamente cacciata dalla sua società di eletti, si ritroverà sola e disperata nella Fucina della Morte, sotto un cielo feroce, in un incubo senza fine.
COVER ORIGINALE
È come essersi risvegliata all’improvviso in un corpo che non riconosce, in balìa di un mondo popolato dai discendenti reietti dell’umanità che, dopo la Grande Catastrofe, non hanno trovato rifugio a Reverie. Solo quando il suo sguardo incrocia quello selvaggio di Perry, un giovane Outsider ribelle, Aria comincia a intuire che quel mondo forse contiene la vita che non ha mai vissuto, le sensazioni che le erano negate nel luogo asettico in cui era cresciuta. Ma anche la morte vera la minaccia da ogni dove. Presto lei e Perry, opposti in ogni cosa, scopriranno di custodire l’uno la chiave per la redenzione dell’altro. E per intraprendere la lunga e avventurosa strada che conduce a unire i destini di Reverie e della Fucina della Morte, fondendo l’ideale con il reale. 

Cosa penso:
La vita nella Biosfera è una vita sicura, tranquilla, una vita fittizia fatta di proiezioni e ologrammi.
Una vita lontana anni luce dalle malattie, dove il dolore è solo qualcosa di appena percepito, dove i suoi abitanti vivono i loro giorni allegri e in armonia tra di loro.
Una vita lunga dove è impossibile invecchiare.
E poi c’è il Fuori chiamato Never Sky, un cielo selvaggio minacciato dal continuo attacco delle tempeste di Etere.
Vivere sotto questo cielo e impossibile e impensabile…
Per questo sono nate le biosfere, per dare rifugio agli abitanti della Terra quando il pianeta è collassato. Bisognava creare un posto sicuro dove poter ristabilire una vita sicura e lontana dalla Fucina della Morte.
Ma non tutti sono entrati a far parte del sistema delle biosfere e così hanno deciso di resistere a Never Sky, lottando in continuazione per la propria vita…
Essi sono dei selvaggi assetati di sangue per gli abitanti di Reverie, una delle supertecnologiche biosfere.
Ma presto Aria, giovane abitante di Reverie, scoprirà a proprie spese che la vita nella biosfera non è così facile come sembra… la natura umana non può essere tenuta per sempre sotto controllo.
Accusata ingiustamente per colpe non sue, Aria verrà portata via da Reverie e buttata tra le “fauci” della Fucina della Morte.
Ma quando tutto sembrerà perduto, quando ormai crederà che la sua vita sia arrivata alla fine, sarà grazie all’aiuto improbabile di un Outsider, Perry, “un selvaggio” per Aria, che quest’ultima riuscirà a sopravvivere a Never Sky… e a capire per la prima volta cosa vuol dire vivere veramente, cosa vuol dire sentirsi vivi… cosa vuol dire amare.

E rieccomi qui a recensire l’ennesimo distopico dell’anno.
“Never Sky” mi è piaciuto, questo sì, non per nulla ho dato quattro stelline, ma…
Avete notato che ultimamente do a tutti i libri di questo genere sempre quattro stelline?
Ebbene, ho capito che se continuo a paragonarli ad un libro in particolare, a idealizzarli, a pensare “Be’, chissà forse questo libro è bello tanto quanto Schegge di me”, non mi potranno mai e poi soddisfare appieno.
Già perché un libro che mi è strapiaciuto e che tengo come metro di paragone con tutti gli altri distopici è appunto “Schegge di me” di Taheref Mafi e purtroppo fino ad ora tra tutti i libri che ho letto del genere, pubblicati sia prima che dopo, non ce n’è stato solo uno che abbia retto il paragone.
E aimè, “Never Sky” non è da meno.
Questo è un problema mio, però ci tenevo a farvelo presente e farvi capire quando io sia influenzata dal romanzo della Mafi e di conseguenza quanto posso essere poco obiettiva.
Ma ci proverò comunque.
Dicevo, “Never Sky” mi è piaciuto. Anche se all’inizio sembra che possa avere qualcosa in comune con altri distopici, procedendo con la lettura la trama prende una strada tutta sua che le dà quel tocco di originalità che piace sempre al lettore.
È una storia ben narrata e anche ben congeniata, con degli scenari davvero fantastici che per la loro descrizione minuziosa e accurata è come se il lettore fosse catapultato in quei luoghi vivendo sulla propria pelle le sensazioni dei nostri protagonisti.
Aria e Perry si alternano nei vari capitoli affidando la narrazione della loro storia ad una terza persona: ed è in modo impersonale – prerogativa narrativa della terza persona -, che noi veniamo a conoscenza del loro vissuto, delle loro paure, sentimenti, e così via.
Be’, aldilà della terza persona – che a me non si confà appieno perché sento i personaggi lontani e distaccati – devo dire che la narrazione è abbastanza fruibile, è un libro che si legge facilmente e che difficilmente annoia e secondo me questo dipende dal fatto che lo scenario narrativo cambia in continuazione.
Infatti, abbiamo una prima parte che si svolge all’interno di Reverie, quindi veniamo a conoscenza del sistema delle supertecnologiche biosfere, come funzionano e del tenore di vita al loro interno e quando il lettore comincia a stufarsi di esse, ecco che Veronica Rossi cambia totalmente ambientazione dandoci un quadro preciso di quello che avviene al di fuori delle biosfere, com’è vivere all’aperto in stretto contatto con la natura impervia e selvaggia.
E anche quando la scena si sposta totalmente all’esterno, l’autrice ci catapulta in continuazione in paesaggi sempre diversi che cambiano man mano che i due protagonisti procedono nel loro viaggio.
La dinamicità è il punto di forza di questo romanzo
Anche i nostri personaggi non sono statici: vediamo come tanto Aria quanto Perry cambiamo, mutano, maturano sotto i nostri occhi. Nel caso di Aria è una maturazione vera e propria: da ragazzina quasi viziata diventa una donna a tutti gli effetti, cambiamento che ha inizio con l’arrivo del primo ciclo mestruale, e che continua man mano che le vicissitudini aumentano così come la vicinanza di Perry.
Aria subirà un cambiamento così radicale tanto da arrivare ad apprezzare la vita pericolosa che la natura selvaggia di Never Sky le riserva, ad apprezzare anche quel cielo selvaggio e mutevole, a gioire delle piccole cose, semplici e normali e per questo per lei tanto speciali…

“Never Sky” è un romanzo che parla di un’avventura.
Un’avventura nel mondo, un’avventura tra paesaggi sempre mutevoli, ma è anche un’avventura alla scoperta della vita, alla scoperta della conoscenza e della crescita.

CONSIGLIATO!!!


NOTA A MARGINE: che culo per una donna vivere nelle biosfere, pensate non le viene neanche il ciclo mestruale!!!

L'ho letto il... 4 Novembre 2012
GIUDIZIO:

2 commenti:

  1. se leggi hunger games vedrai che il tuo metro di paragone per i distopici cambia! ho letto prima hunger games e poi schegge di me..non c'è paragone!^__^ questo libro mi incuriosisce parecchio.. kissà quando riuscirò a leggerlo!!!!ç__ç

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    Risposte
    1. Hunger Games, l'avevo iniziato a leggere, ma poi ho abbandonato la lettura dopo solo cinque-sei pagine, non so perché ma non allora non mi aveva preso.
      Ma mi riprometto di riprenderne la lettura al più presto.

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