"Ogni goccia del mio sangue" di Valentina Laforgia:
Quando nei bassipiani pugliesi il vento viaggia più veloce della luce, si ode lo scalpiccio veloce di zoccoli che tritano la terra spruzzando schegge di pietrisco calcareo, e un nitrito roboante si libera nell’aria insinuandosi tra le gobbe delle colline, vuol dire che Viola e il suo stallone Fufi sono vicini, e nessuno può fermarli. Viola è una ragazza di vent’anni piena di energie, innamorata della vita, indipendente, che fatica a stereotiparsi, che studia quello che le piace e si comporta secondo il suo metro di giudizio. Bocciata all’ultimo anno del Liceo si ritrova ancora tra gli odiosi banchi di scuola.
Né donna, né bambina. Fiera, scapestrata, indomita e sognatrice. Preferisce una buona lettura o una passeggiata in groppa al suo amato cavallo piuttosto che una nottata in discoteca. L’ebbrezza della libertà e quella pulsione selvaggia che la rende indomita fanno si che poco dopo la maggiore età lasci la fattoria degli amati nonni materni, che si sono presi cura di lei fin dalla nascita, e si trasferisca in un piccolo bilocale. Ma la voglia di spiccare il volo è più forte di tutto, e lei freme per dibattere le ali.
Conosce perfettamente la lingua inglese in quanto sua nonna e di origini anglosassoni ,e questo rappresenta la carta vincente nella realizzazione del suo più grande sogno, e sarebbe a dire lavorare per un’importante casa editrice londinese.
Matteo, il suo ex ragazzo, a cui ha donato tutta se stessa, le ha spezzato il cuore e non vuole più saperne di allacciare legami destinati a spezzarsi inevitabilmente a causa della sua imminente partenza, o cosa più vera a ferirla.
Ogni settimana, in un giorno prestabilito e inviolabile ,Viola ha un appuntamento irrinunciabile, quello con sua madre. Uno strano sogno o una beffa del destino cambiano i giochi in tavola.
Mai dar confidenza agli estranei, soprattutto se l’affascinante e terrificante sconosciuto lo s’incontra all’imbrunire tra le tombe e il suo nome è Gabriele, l’angelo della morte.
Avrebbe dovuto dimenticare quella strana conoscenza e quel viso spigoloso e proseguire per la sua strada, ma lei è Viola. Troppi quesiti le frullano per la testa. Vuole risposte, e quando la sua curiosità verrà soddisfatta sarà ormai troppo tardi per fare marcia indietro. Castrata nella sua libertà e costretta ad assecondare le richieste di una creatura sovrumana, senza via di fuga se non la morte ,la sua o quella del suo carnefice, si ritroverà a giocare al gatto col topo, e questo ménage perverso finirà per piacerle, più del lecito e più di quanto sia disposta ad ammettere perfino con se stessa.
Sarà sfibrante combattere con la sua coscienza, e restare lucida nell’anteporre sempre quello che è bene da quello che è male le costerà non poca fatica. Essere braccati e prede indifese può far fremere di paura, allo stesso tempo può far agognare ciò che si dovrebbe solo disprezzare…
Quando nei bassipiani pugliesi il vento viaggia più veloce della luce, si ode lo scalpiccio veloce di zoccoli che tritano la terra spruzzando schegge di pietrisco calcareo, e un nitrito roboante si libera nell’aria insinuandosi tra le gobbe delle colline, vuol dire che Viola e il suo stallone Fufi sono vicini, e nessuno può fermarli. Viola è una ragazza di vent’anni piena di energie, innamorata della vita, indipendente, che fatica a stereotiparsi, che studia quello che le piace e si comporta secondo il suo metro di giudizio. Bocciata all’ultimo anno del Liceo si ritrova ancora tra gli odiosi banchi di scuola.
Né donna, né bambina. Fiera, scapestrata, indomita e sognatrice. Preferisce una buona lettura o una passeggiata in groppa al suo amato cavallo piuttosto che una nottata in discoteca. L’ebbrezza della libertà e quella pulsione selvaggia che la rende indomita fanno si che poco dopo la maggiore età lasci la fattoria degli amati nonni materni, che si sono presi cura di lei fin dalla nascita, e si trasferisca in un piccolo bilocale. Ma la voglia di spiccare il volo è più forte di tutto, e lei freme per dibattere le ali.
Conosce perfettamente la lingua inglese in quanto sua nonna e di origini anglosassoni ,e questo rappresenta la carta vincente nella realizzazione del suo più grande sogno, e sarebbe a dire lavorare per un’importante casa editrice londinese.
Matteo, il suo ex ragazzo, a cui ha donato tutta se stessa, le ha spezzato il cuore e non vuole più saperne di allacciare legami destinati a spezzarsi inevitabilmente a causa della sua imminente partenza, o cosa più vera a ferirla.
Ogni settimana, in un giorno prestabilito e inviolabile ,Viola ha un appuntamento irrinunciabile, quello con sua madre. Uno strano sogno o una beffa del destino cambiano i giochi in tavola.
Mai dar confidenza agli estranei, soprattutto se l’affascinante e terrificante sconosciuto lo s’incontra all’imbrunire tra le tombe e il suo nome è Gabriele, l’angelo della morte.
Avrebbe dovuto dimenticare quella strana conoscenza e quel viso spigoloso e proseguire per la sua strada, ma lei è Viola. Troppi quesiti le frullano per la testa. Vuole risposte, e quando la sua curiosità verrà soddisfatta sarà ormai troppo tardi per fare marcia indietro. Castrata nella sua libertà e costretta ad assecondare le richieste di una creatura sovrumana, senza via di fuga se non la morte ,la sua o quella del suo carnefice, si ritroverà a giocare al gatto col topo, e questo ménage perverso finirà per piacerle, più del lecito e più di quanto sia disposta ad ammettere perfino con se stessa.
Sarà sfibrante combattere con la sua coscienza, e restare lucida nell’anteporre sempre quello che è bene da quello che è male le costerà non poca fatica. Essere braccati e prede indifese può far fremere di paura, allo stesso tempo può far agognare ciò che si dovrebbe solo disprezzare…
Cosa penso:
“Ogni goccia del mio sangue” è il primo romanzo di Valentina Laforgia, esordiente scrittrice italiana.
Un romanzo Urban Fantasy del tutto “Made in Italy”: dall’autrice, come ho già detto, all’ambientazione, il sud di Italia.
Protagonista e voce narrante è Viola, una ragazza di vent’anni, che “suo malgrado” si ritrova a frequentare per la seconda volta l’ultimo anno di liceo.
Una ragazza coerente con i suoi ideali, una ragazza normale, una ragazza che ha deciso di prendersi la sua indipendenza… una ragazza con un sogno: lasciare l’angusto paesino di provincia dei bassipiani pugliesi alla volta di Londra, dove lì la sua vera vita potrà finalmente cominciare.
Ma per riuscirvi deve uscire incolume dall’ultimo anno di liceo.
Ma dovrà avere anche il coraggio di dire addio agli adorati nonni materni, che l’hanno cresciuta sin da quand’era in fasce, al suo adorato stallone Fufi, che cavalca con grinta e con amore ogni giorno, per scappare dai suoi pensieri, dalle sue pene… all’inseguimento di un qualcosa che sembrerebbe perso per sempre.
Ma, soprattutto dovrà riuscire ad accettare l’allontanamento dalla donna più importante di tutte, la madre…
… un cambiamento dovuto ad un ragazzo con il volto di un angelo, che di un angelo porta anche il nome, ma che in realtà non ha nulla a che vedere con gli angeli… Gabriele.
E qui mi fermo, non andrò oltre con la trama.
Il bello di questo libro è stata la scoperta: la scoperta dell’evolversi degli eventi; la scoperta di avere a che fare con una ragazza davvero unica e sui generis…
Viola: un nome che esprime dolcezza come il fiore che ne porta il nome, e se da un lato la nostra protagonista potrà sembrare dolce, dall’altro… bé forse il nome più adatto sarebbe stato Rosa… pungente come le sue spine.
Già perché Viola ha un carattere “docile” all’apparenza, ma non fatela arrabbiare, vedrete che di docile non avrà nulla: ironica e pungente è forse il personaggio più riuscito dell’intero libro, che non si lascia scappare mai l’occasione per aggredire il bel Gabriele… anche se il suo è un continuo sfidare la morte.
Infatti, Viola non può fare altro che giocare con la morte, sinonimo di Gabriele; per niente remissiva lotta con tutta se stessa per i suoi ideali anche se questo le potrà portare via tutto… vita compresa.
Letto nel giro di poche ore – al computer per giunta - “Ogni goccia del mio sangue” è un romanzo che mi ha piacevolmente sorpresa: ben scritto, con un ritmo incalzante coinvolge il lettore negli eventi, invogliandolo ad andare avanti fino alla fine.
Non ti permette di staccare gli occhi dalla narrazione; è un mix di suspance e ironia… e crea dipendenza.
Ad essere sincera, questo romanzo non sembrerebbe scritto da “un’esordiente”…
Valentina Laforgia ha dato veramente prova di se: ho adorato tanto il suo stile narrativo, l’ambiente che ha creato e la storia che ci ha narrato.
Ringrazio tanto Valentina Laforgia per avermi dato la possibilità di leggere questo suo romanzo…
Spero che ne verranno degli altri perché è una scrittrice che merita!!!
Libro senza ombra di dubbio…
CONSIGLIATO!!!
Un romanzo Urban Fantasy del tutto “Made in Italy”: dall’autrice, come ho già detto, all’ambientazione, il sud di Italia.
Protagonista e voce narrante è Viola, una ragazza di vent’anni, che “suo malgrado” si ritrova a frequentare per la seconda volta l’ultimo anno di liceo.
Una ragazza coerente con i suoi ideali, una ragazza normale, una ragazza che ha deciso di prendersi la sua indipendenza… una ragazza con un sogno: lasciare l’angusto paesino di provincia dei bassipiani pugliesi alla volta di Londra, dove lì la sua vera vita potrà finalmente cominciare.
Ma per riuscirvi deve uscire incolume dall’ultimo anno di liceo.
Ma dovrà avere anche il coraggio di dire addio agli adorati nonni materni, che l’hanno cresciuta sin da quand’era in fasce, al suo adorato stallone Fufi, che cavalca con grinta e con amore ogni giorno, per scappare dai suoi pensieri, dalle sue pene… all’inseguimento di un qualcosa che sembrerebbe perso per sempre.
Ma, soprattutto dovrà riuscire ad accettare l’allontanamento dalla donna più importante di tutte, la madre…
E sarà proprio durante la sua immancabile visita settimanale alla madre, nel cimitero del suo paesino, durante i suoi sfoghi, confidenze e domande che non avranno mai una risposta, che i progetti di Viola subiranno un drastico cambiamento…“Lei che ha dato la sua vita per poter far iniziare la mia”…
… un cambiamento dovuto ad un ragazzo con il volto di un angelo, che di un angelo porta anche il nome, ma che in realtà non ha nulla a che vedere con gli angeli… Gabriele.
E qui mi fermo, non andrò oltre con la trama.
Il bello di questo libro è stata la scoperta: la scoperta dell’evolversi degli eventi; la scoperta di avere a che fare con una ragazza davvero unica e sui generis…
Viola: un nome che esprime dolcezza come il fiore che ne porta il nome, e se da un lato la nostra protagonista potrà sembrare dolce, dall’altro… bé forse il nome più adatto sarebbe stato Rosa… pungente come le sue spine.
Già perché Viola ha un carattere “docile” all’apparenza, ma non fatela arrabbiare, vedrete che di docile non avrà nulla: ironica e pungente è forse il personaggio più riuscito dell’intero libro, che non si lascia scappare mai l’occasione per aggredire il bel Gabriele… anche se il suo è un continuo sfidare la morte.
Infatti, Viola non può fare altro che giocare con la morte, sinonimo di Gabriele; per niente remissiva lotta con tutta se stessa per i suoi ideali anche se questo le potrà portare via tutto… vita compresa.
Letto nel giro di poche ore – al computer per giunta - “Ogni goccia del mio sangue” è un romanzo che mi ha piacevolmente sorpresa: ben scritto, con un ritmo incalzante coinvolge il lettore negli eventi, invogliandolo ad andare avanti fino alla fine.
Non ti permette di staccare gli occhi dalla narrazione; è un mix di suspance e ironia… e crea dipendenza.
Ad essere sincera, questo romanzo non sembrerebbe scritto da “un’esordiente”…
Valentina Laforgia ha dato veramente prova di se: ho adorato tanto il suo stile narrativo, l’ambiente che ha creato e la storia che ci ha narrato.
Ringrazio tanto Valentina Laforgia per avermi dato la possibilità di leggere questo suo romanzo…
Spero che ne verranno degli altri perché è una scrittrice che merita!!!
Libro senza ombra di dubbio…
CONSIGLIATO!!!
L'ho letto il... 17 Aprile 2012
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